Oggi non è possibile non comunicare, l'abbiamo già detto, ma farsi capire, forse, non è la cosa più semplice del mondo. In questo senso, gioca un ruolo fondamentale la punteggiatura
, che è un insieme di elementi che obbedisce a delle regole. Ma non solo. La punteggiatura è stile e la virtù sta nel conoscere le prime (“quelli che scrivono come parlano, pur parlando molto bene scrivono male”. Georges-Louis Leclerc, naturalista, matematico e cosmologo francese) e nel lasciarsi abbindolare dal secondo. Scrive Dario Voltolini: "bisogna essere sensibili alla punteggiatura, soprattutto quando la si vuole strapazzare". E' proprio quello che vogliamo fare noi. Essere sensibili e prenderci le nostre licenze, facendo attenzione tra vocativo e complemento oggetto e usando la punteggiatura come fosse una "orchestra di segni per dare forma alla scrittura"
(Giorgio Vasta) e rendere così i nostri testi chiari, comunicativi e accattivanti. Il tutto senza perdere mai di vista che "nessun tipo di ferro può spaccare la terra con una forza pari a quella esercitata da un punto a capo messo al posto giusto" (Isaak Emmanuilovič Babel) e che una virgola (porta girevole del pensiero“ , Julio Cortàzar) fa la differenza:
voglio andare a casa, mi annoio - voglio andare, a casa mi annoio. Leopardi scriveva: “Io per me, sapendo che la chiarezza è il primo debito dello scrittore, non ho mai lodata l’avarizia de’ segni e vedo che spesse volte una sola virgola ben messa, dà luce a tutto il periodo”. Conoscere una norma, però, non significa saperla applicare con coscienza e consapevolezza: “non basta che i segni d’interpunzione li poniate correttamente… non basta. Bisogna porli consapevolmente! Voi mettete una virgola e dovete avere coscienza del perché la mettete…” (Il punto esclamativo. Anton Checov). Concludendo diciamo pure che "scrivere ha le sue leggi della prospettiva, della luce o dell’ombra, proprio come la pittura, o la musica. Se sei nato conoscendole, bene. Se no, imparale. Poi sistema le regole perché facciano al caso tuo" (Truman Capote).